mercoledì 30 luglio 2008

Si commenta da se!

Sempre più spese per gli agricoltori e altri "buchi" per gli animali!


Auricolari!



Alla Presidente della Regione Piemonte
Mercedes Bresso
All’Assessore alla Sanita della Regione Piemonte

Mario Valpreda
Al Presidente del Consiglio Regionale
Davide Gariglio
Al Presidente della IV Commissione
Sanità e Assistenza della Regione Piemonte
Elio Rostagno
A vari Capigruppo
e p.c. al Ministro della Salute

Prot. n. 04/2006

Oggetto: Nuovo sistema di identificazione e di registrazione degli animali della specie ovina e caprina -

Gentile Presidente Bresso, ed egregi, Assessore Valpreda, Presidenti Gariglio e Rostagno, e Capigruppo, molti allevatori hanno ricevuto nei giorni scorsi una lettera dall’ASL relativa al nuovo sistema di identificazione come meglio specificato in oggetto.
Il nuovo sistema incontra la perplessità e la totale contrarietà della categoria, in quanto appare evidente che questo sistema va nella stessa direzione dell’attuale logorante e costosa anagrafe bovina. Logorante e costosa sono gli aggettivi giusti per descrivere una situazione imposta ormai da anni, che ha scaricato tutte le responsabilità sulle spalle di chi non ha studiato certamente… per fare la parte di chi riempie cedole, compila registri, si compra le pinze e applica gli auricolari i cui costi ricadono anch’essi sui sempre più oppressi agricoltori, compila modelli, corre su e giù troppe volte all’ASL per vedersi consegnati i passaporti o i modelli necessari alla movimentazione dei propri animali, il tutto a loro spese… e ovviamente le responsabilità di tutto questo marasma burocratico ricade interamente sulle loro spalle.
Gli allevatori hanno deciso di voler sottoscrivere questa lettera perché le parti politiche intervengano e sappiano che il malcontento non riguarda solo l’introduzione di questo “nuovo sistema” di identificazione degli ovi-caprini ma anche l’attuale anagrafe bovina che crea disagi, costi e perdite di tempo a tutta la categoria e quindi:
chiedono
che non venga introdotto questo nuovo sistema identificativo, chiedono che vengano ridiscussi anche gli impegni, i costi e le responsabilità dell’attuale anagrafe bovina imposta loro… ma che da loro non è mai stata richiesta, infine ribadiscono che sono disposti a continuare a “mettere a disposizione un orecchio dei loro animali” per l’applicazione dell’auricolare d’identificazione da parte dei veterinari come negli anni precedenti, ma di trovare oltremodo scandaloso tutto il resto degli impegni, delle responsabilità e dei costi descritti nella lettera dell’ASL che ne deriverebbero. Chiedono un incontro urgente in merito con tutte le parti in indirizzo. Nell’attesa si porgono i più cordiali e distinti saluti.

La Presidente A.T.A
Marina Lussiana

La "favola" dell'alpeggio!

La favola dell'alpeggio


Quella che ci apprestiamo a raccontarVi potrebbe sembrare una “favola”, magari divertente, ma purtroppo non lo è… i protagonisti sono reali e tutto quanto qui sotto narrato è successo realmente…


“Tutto ha inizio nel lontano 23 maggio 2005, quando il figlio (che chiameremo Sandro) di un riguardoso allevatore, si reca alla ASL 5 nel distretto di Avigliana per porgere rispettosa richiesta di ben, 28 duplicati auricolari alle illustri Signorie presenti e preposte. Si procede immediatamente alla compilazione del bollettino postale per il “modesto” obolo di 74,52 € che il povero, si sa, deve provvedere a pagare anticipatamente… pena… vedersi negata la richiesta.
Passano i giorni (siamo, ci pare, al 7 giugno 2005) e Sandro torna all’ASL, timidamente chiede dei suoi auricolari perché di li a poco sarebbe salito all’alpeggio… ma non sono ancora arrivati dalla lontana contea di Cuneo, sede “multizonale” dell’ASL 15 in Borgo San Dalmazzo. Preoccupato chiede cosa fare perché l’alpeggio è in terra straniera… in Francia. Il poverino ha paura, e domanda: se mi fermano alla dogana cosa faccio? E allora le Signorie preposte gli compilano una lettera, con riportati tutti i numeri degli auricolari mancanti, allegandogli anche una copia dell’avvenuto pagamento di ben 74,52 € effettuata lo stesso 23 maggio 2005, dichiarando che, da in quel di Cuneo non era ancora arrivato il prezioso imballo… apponendo alla lettera timbri, firme, date in abbondanza… e alla fine, consegnano il particolare “salvacondotto” al più sereno allevatore.
E arriva il sabato, giorno della transumanza. Tutta la famiglia si accinge alla salita all’alpe, i camion sono carichi… finalmente si parte. Prima dell’alpeggio i Gendarmi e i Veterinari attendono per il controllo dei bovini, li fanno scendere e verificano attentamente gli auricolari mancanti. Attimi di sgomento quando i controllori decidono che i 5 bovini (4 di un allevatore e 1 di un altro che però monticano insieme) a cui mancano tutti e due gli auricolari devono tornare in Italia… sgomento perché… potevano addirittura essere mandati al macello. A nulla è servito il salvacondotto rilasciato dalla ASL 5 e a nulla sono valse le proteste dell’allevatore, la bella giornata di festa era irrimediabilmente rovinata (come al solito) dall’ormai sempre più caotica burocrazia.
Il lunedì facce scure all’ASL 5 di Avigliana, (ci siamo anche noi dell’A.T.A. che da questo momento per giorni seguiamo l’allevatore nel suo lungo peregrinare) che dopo il racconto dell’accaduto, apprendono che il loro salvacondotto, valeva poco più del 2 di picche… e allora contattano telefonicamente la lontana contea di Cuneo, per avere notizie degli ormai ben noti auricolari. Alla fine l’allevatore, che dai gendarmi francesi aveva avuto come termini per regolarizzare la situazione fino al sabato, torna a casa avendo appreso che l’indomani avrebbe trovato, ad Avigliana, il prezioso pacchetto contenente il piccolo tesoro.
Corre giù il martedì mattino per il ritiro, ma una doccia fredda lo aspetta: il prezioso reperto non è arrivato ad Avigliana… è fermo all’ASL 5 di Collegno, deluso ma ancora speranzoso, vola lui stesso per il recupero (i veterinari erano impegnati) e, stravolto dalla contentezza afferra il pacco per verificarne il contenuto. NOoo! Ne manca uno. Chiede dov’è… è… a Borgo San Dalmazzo nella lontana contea di Cuneo ed è ormai troppo tardi per arrivare fin laggiù, dovrà perdere anche l’indomani se vorrà mettere le mani sull’oggetto del desiderio.
E’ lontana Cuneo, e il poverino vi giunge solo al mercoledì pomeriggio, trova un veterinario comprensivo che gli spiega che, da quando vengono inoltrate le richieste dalle tante ASL delle varie contee, ci vogliono al massimo otto giorni per avere gli auricolari… il poverino sempre più perplesso comincia a far di conto: ha pagato il 23 di maggio e oggi è il 15 di giugno… non quadra, ma rasserenato dal fatto che ha finalmente avuto il “prezioso” torna a casa, c’è ancora da trovare il camion per riportare un’altra volta i bovini oltralpe. Nel frattempo arriva un fax alla 5 di Avigliana… dalla Prefettura Francese, che intima in modo ufficiale la regolarizzazione della tragica situazione.
E giunge di nuovo sabato, alle 10 del mattino appuntamento alla dogana con Gendarmi e Veterinari francesi (quelli italiani hanno detto che senza una richiesta ufficiale non vanno da nessuna parte), il camion arranca a fatica su per la strada del Moncenisio un’altra volta, (chi lo paga?) e con qualche minuto di ritardo, forse dieci, eccolo alla dogana. Ci siamo anche noi dell’A.T.A. con tanto d’interprete, e siamo ancora tutti li alle 11,30 quando si decide di telefonare per la seconda volta (la prima volta ha telefonato il gestore del bar) alla Gendarmeria. Ci viene detto che di sabato è ben difficile che si facciano queste cose, l’interprete fa presente che all’allevatore era stato dato appuntamento ufficiale per le dieci di quel mattino per il controllo di rito, e viene anche spiegato che l’autista del camion (chi lo paga?) alle 15 deve essere ad Alessandria e i bovini stanno lentamente cuocendo nel camion sotto un sole implacabile.
Il benessere animale forse tocca il cuore del veterinario, che nel frattempo ci hanno passato al telefono, e dice all’interprete di portare gli animali all’alpeggio e scaricarli, sarebbero venuti al lunedì mattina a controllare, di lasciarli quindi (il lunedì), chiusi in stalla. L’interprete fa rispettosa richiesta di appuntamento per le dieci del mattino.
Ed eccoci a un altro lunedì. Ci siamo proprio tutti all’alpeggio (anche noi dell’A.T.A. con tanto di interprete) già prima delle nove… alle 11 non era ancora arrivato nessuno.
L’allevatore suggerisce di andare alla Gendarmeria a vedere che succede, (anche perché i 5 bovini cominciavano ad avere fame e sete chiusi nella stalla) e così, poco dopo partiamo. E’ nel momento in cui arriviamo alla Gendarmeria che ci rendiamo conto che tutto il mondo è paese… nessuno sarebbe venuto quel mattino a controllare gli animali, e a nessuno poteva fregar di meno, di quella gente partita apposta dall’Italia per vedere… i benedetti controlli ai 5 bovini da parte delle autorità preposte, in questo caso francesi… a nessuno fregava niente dei bovini chiusi in stalla senza mangiare… e a nessuno poteva fregar di meno dei disagi causati all’allevatore, tant’è vero che sono andati a fare il tanto “sospirato e più volte rimandato” controllo, solo al giovedì.”
La morale di questa favola, è che forse non è così importante l’auricolare e neanche il controllo… infatti, se invece dei 5 bovini si fossero caricati sul camion 5 dromedari o 5 somari, sarebbe stato lo stesso. Quello che è davvero triste però, è vedere quanto impegno ci sia… nel prendere in giro chi lavora col sudore della propria fronte, e quanto poco rispetto ci sia per la categoria agricola. Attorno a questa categoria ruota un sacco di gente che alla fin fine, invece di aiutare non fa che intralciare e creare, come in questo caso, danni economici… senza farsi alcun problema, senza pensare che i costi ricadranno su qualcuno…

Voglio dire a tutti gli agricoltori che leggeranno questa “favola” di non permettere più che venga calpestata la dignità contadina, di cominciare a pretendere il rispetto che è dovuto anche a chi svolge un lavoro, sì umile, ma di cui, finchè vi sarà un essere umano sulla madre terra… nessuno potrà mai fare a meno.

La Presidente A.T.A.
Marina Lussiana

L'Allevatore "ormai quasi podista"
Sandro Listello

Questa "favola" è stata anche pubblicata sul numero 4 di Spazio Rurale
- Mensile nazionale di agricoltura -

martedì 29 luglio 2008

Attenzione in autostrada!!!!!!






Riceviamo questa mail e riteniamo utile metterla a disposizione dei tanti viaggiatori che per lavoro o per le imminenti vacanze usufruiscono o usufruiranno delle nostre autostrade e tangenziali. Non c'è davvero limite alla fantasia!

TRUFFE IN AUTOSTRADA

LEGGI GLI EPISODI 1 e 2 e FAI GIRARE

1) Sono scampato per un pelo ad un moderno assalto alla diligenza, in autostrada, nel tratto Bergamo - Milano, ore 10 del mattino. Modalità identiche: colpo sulla mia fiancata destra, tipo urto di specchietti in fase di sorpasso, e poi lampeggianti che non ti mollano finché non accosti. Mi sono salvato solo perché, dopo aver accostato in piazzola (Errore! Ma è veramente facile cascarci), ho bloccato le portiere e non sono sceso dall'auto, come venivo insistentemente invitato a fare per 'constatare il danno allo specchietto', messo in allarme dall'insistenza del personaggio che si era avvicinato a piedi al mio finestrino, e dall'aver intravisto una seconda persona, ancora sull'auto assalitrice, ma pronta a intervenire alle mie spalle appena fossi sceso. Io ero solo, loro erano in due, nessun'altro in giro, se non auto che sfrecciano a pochi metri.... Ho messo in moto e mi sono dato, letteralmente, alla fuga. Ovviamente lo specchietto non era danneggiato, ma la fiancata era segnata, come da una bastonata data quando, in sorpasso, le auto sono vicine, ma non si toccano. Stesso commento della polizia stradale: succede MOLTO spesso; non fermatevi, se non in area di servizio presidiata, ma chiamateci al 113 col cellulare! State all'occhio e avvisate amici e colleghi: spero che non vi capiti, perché non è una bella esperienza.

2) Cari amici e colleghi volevo informarvi su un'esperienza avuta e che può essere utile a tutti in futuro. Ieri pomeriggio (ore 18 circa) sono stato oggetto di un tentativo di furto o rapina mentre ero sul tratto dell'autostrada Roma Fiumicino direzione Roma, altezza Parco Medici. Io ero sulla corsia di sorpasso, quando ho sentito un colpo che proveniva dalla fiancata destra della mia vettura, come se ne avessi urtato con il mio specchietto un'altra. Subito dopo ho notato che una macchina (una Lancia Y bianca) mi stava lampeggiando da dietro. A questo punto ho rallentato pensando, non tanto che avessi urtato un'altra vettura, ma che ci fosse per esempio la cintura di sicurezza del passeggero fuori dallo sportello o qualche altra cosa che poteva aver provocato quel rumore. Nel frattempo sono stato raggiunto e superato dalla vettura che mi lampeggiava e gli occupanti mi gesticolavano per farmi capire che ero matto e che mi dovevo fermare. Il conducente di questa vettura ha messo la freccia per fermarsi nella corsia di emergenza (circa 200 metri dallo svincolo per Parco Medici)ed anche io mi stavo per fermare. Però mentre la Y bianca mi stava superando avevo notato che nell'interno c'erano 4 zingari, due uomini e due donne, ed inoltre mi sono ricordato di un'avventura simile vissuta da un altro nostro collega. A questo punto sono rientrato nelle corsie di marcia dell'autostrada e sono arrivato a Roma. Immediatamente sono andato al Commissariato Eur per sporgere denuncia e il poliziotto mi ha detto che è da tempo che stanno succedendo queste cose e che mi era andata bene in quanto, normalmente, il 'giochetto dello specchietto' finisce o con il furto dell'auto o con una rapina (soldi e carte di credito) o, in alcuni casi, anche con il sequestro della persona e l'obbligo al prelievo presso sportelli Bancomat o, come non bastasse, con percosse. Purtroppo da quanto ho capito è un tipo di crimine abbastanza ricorrente in tutta Italia e l'unico consiglio che mi è stato dato dalla Polizia è quello di non fermarsi mai in autostrada ma arrivare in un'area di servizio chiamando, nel frattempo, il 113 con il cellulare. Ho pensato che sia utile che questa mia esperienza fosse portata a conoscenza di tutti gli amici che per motivi sia di lavoro che di vacanze transiteranno su autostrade e tangenziali. Se lo ritenete opportuno

FATELA GIRARE

Segreteria A.T.A

domenica 27 luglio 2008

Il ritorno del lupo..... poveri agricoltori!

Qui di seguito l'articolo inviato tempo fa su un problema che provoca disagi e perdite economiche alla categoria. Peccato siano praticamente "zero" gli Enti Pubblici che la pensano come noi.

Lupi o Agricoltori?

Il Parco Orsiera fin dal lontano 1980 ha sempre cercato la convivenza delle attività umane, nell’area protetta, valutandone con attenzione l’ecocompatibilità e di conseguenza negli ultimi anni anche la compatibilità tra le attività umane ed il grande predatore.
Pur consci delle difficoltà derivanti dal ritorno del lupo nelle nostre valli, quando i Grandi Ricercatori si affannavano sui fondi del progetto lupo, fondi usati quasi in esclusiva per importanti ricerche accademiche, l’amministrazione del Parco, nel suo piccolo, cercava invece di dare risposte concrete, legate al territorio e finalizzate, sì alla tutela del lupo, ma attente alle realtà allevatoriali locali.
Venivano organizzati Corsi di Formazione specifici per gli operatori del settore (Veterinari Biologi Agenti di Vigilanza, Guardie Ecologiche etc.)
Con serate itineranti nelle valli, veniva presentata la funzione del ritorno del lupo in ambito naturalistico, ma soprattutto veniva rivalutata la figura del pastore, figura determinante per la salvaguardia delle nostre montagne.
E proprio ai pastori venivano affidati gratuitamente i grandi cani bianchidai nomi altisonanti di Orsiera, Genepì, Geneiver, Villano che oltre alle montagne del massiccio dell’Orsiera hanno raggiunto i pascoli del Cuneese e del CusioOssola.
Cani che sono diventati aiuto inseparabile degli allevatori e dei loro greggi, dopo attenta formazione dei margari sulle strategie da mettere in atto per allevare ed imprintare correttamente i giganti bianchi.
Altresì si è provveduto ad informare i visitatori delle nostre montagne sul rispetto delle attività umane presenti ed operanti sul territorio, in difficoltà per la presenza del predatore, ma armonicamente inserite nel contesto naturale.
Certamente i cani non sono sufficienti ad evitare tutti i danni da predazione, per cui sono state ricercate le risorse per fornire un ulteriore sostegno economico alla predazione; sostegno che, e ce ne rendiamo conto, non copre gli sforzi gestionali e di adattamento genetico delle mandrie in Alpe, messi in atto dai nostri pastori, ma che va ad integrare il “minimo” riconosciuto dalla Regione Piemonte.
Tutto ciò è stato realizzato nella convinzione che l’ecosistema alpino che conosciamo ci è stato tramandato dai nostri nonni, perchè da loro vissuto e praticato con “vera” coscienza naturalistica nel rispetto dell’ambiente e del proprio gregge, e per cui forse all’epoca avranno faticato non poco, ad interrompere la “convivenza” col lupo.
Per questo non siamo così entusiasti e convinti che la presenza del predatore sia indice di salute per gli ecosistemi alpini… ma che piuttosto porti ad un graduale abbandono delle montagne da parte degli allevatori, stanchi di lottare, con le sempre più numerose specie “protette” a scapito dei “loro animali”.
Se perdiamo la presenza del pastore sulle nostre montagne abbiamo perso la battaglia della vita, dei prati fioriti, delle praterie alpine, del canto dei forcelli, della sicurezza geologica dei versanti.
Non è certamente un “randonneur” delle montagne che tutela le stesse, ma un gregge vivo e presente che permette al delicato ecosistema di rimanere tale.
Perciò riteniamo fondamentale far vivere la montagna di residenti veri: gli agricoltori.
Sono loro le vere sentinelle, e non avrebbero bisogno di risarcimenti per i danni subiti se fosse dato loro più potere decisionale, e vi fosse anche il riconoscimento delle loro indiscutibili capacità di tutela e salvaguardia del territorio, in quanto…. unici attendibili esperti del settore.

Gli Assessori del Parco Orsiera Rocciavrè

Claudio Berno
Marina Lussiana

mercoledì 23 luglio 2008

Benvenuti!

Benvenuti nel sito dell'A.T.A. (Associazione Tutela Agricoltori) -




La nostra Associazione nasce in Val Sangone a Coazze e la sua nascita è stata necessaria in quanto la nostra categoria non si sentiva più rappresentata. Piano piano vi porteremo a conoscenza del lavoro svolto..... intanto vi regaliamo qualche foto di Coazze, in seguito della Val Sangone e poi..... tante altre cose!

Marina Lussiana
Presidente Nazionale A.T.A.
Sopra: uno scorcio dell'entrata del paese -




La nostra chiesa -





Uno scorcio delle nostre belle montagne -