sabato 16 agosto 2008

Qualche buona idea e ci sarebbe anche una buona politica!



Epurazioni, quote latte e politica!

Certo che il 2007 è stato fecondo di sorprese! E l’estate forse, ci ha riservato le migliori. Due gli argomenti che non possono passare certo sotto silenzio. Il mese di agosto infatti, ha visto l’epurazione del collega, Fabiano Mazzotti, dalla presidenza della sezione coldiretti di Faenza e da socio della Federazione. Non dobbiamo però stupirci più di tanto, chi ha una propria “testa” e pretende pure di usarla, non è ben visto dai “poteri forti”, quindi rischia facilmente di incorrere in simili reazioni. Mazzotti forse ha osato troppo andando a parlare con De Castro cercando di trovare soluzioni a problemi enormi che vedono gli agricoltori sempre più in difficoltà, invece di appoggiare le posizioni della tracotante Coldiretti. Ormai sono sempre più numerosi quelli come noi, che per un motivo o per l’altro vengono allontanati… allora sorge spontanea una domanda: io che sono stata cacciata da Coldiretti nel lontano 2005… perché ho ricevuto la lunga lettera (ben tre pagine) del Presidente Marini, che m’invitava (come socio) alla manifestazione di Bologna dell’11 luglio? Anche l’amico, Maurizio Landi, (e altri?) pare abbia ricevuto la stessa missiva, perché? Chi è preposto ad eventuali verifiche… verifichi su ciò! Tutta la nostra solidarietà quindi, a Mazzotti, ribadendo il concetto che forse a volte, certe situazioni possono portare più benefici che negatività, il fatto che tutti quelli che “osano”… vengono pagati con la stessa moneta, “l’espulsione”, ci da ragione nel dire che non c’è democrazia, che chi non ci vuole non ci merita, e, più importante ancora, tali comportamenti, obbligano certamente a profonde riflessioni tutta la “base” agricola. Altra chicca tutta estiva: TG e giornali… pieni di latte! L’ORO BIANCO! Piazze occupate per protestare contro il prezzo del latte alla stalla! Scioperi alle porte!!!! Se la memoria non m’inganna, circa 25 anni fa, le quote sarebbero (sono?) state istituite per contingentare un’eventuale eccesso di produzione che avrebbe fatto crollare il prezzo… (ma è cresciuto?) Oppure, non è accaduto, che attorno alla nascita del “regime quote”, hanno cominciato a ruotare un bel po’ di organismi che hanno forse lucrato sulla commercializzazione delle quote stesse e poi, sulla commercializzazione del latte degli allevatori si sono messi a trattare per noi il prezzo del bianco nettare? Io mi chiedo perché gli agricoltori non vadano a trattare il prezzo del latte direttamente. Che cos’è questa storia che ci deve andare qualcun altro a decidere quanto deve venire in tasca a chi suda nelle stalle e spende un sacco di soldi per mantenere i propri animali! Ma l’ha ordinata il medico sta roba? Da quando non siamo capaci di prendere il telefono, chiamare l’industriale e chiedere quanto offre al litro? Se il prezzo piace è fatta…. se no si sente qualcun altro. Da imprenditrice non riesco a capire perché gli industriali si debbano sedere “tutti insieme” ad un tavolo e decidere quanto dare a noi che siamo a casa in trepida attesa…. troppo occupati per andarci di persona? Oooh sveglia, abbiamo fatto lo stesso errore con la politica ora è meglio riprenderci in mano le trattative aziendali. Ad esempio, come ha fatto il nostro collega nonché Segretario Provinciale del M.A.A. di Torino, Emilio Cerrato, che insieme ad un altro allevatore della zona trattano direttamente con l’industriale forse già da un paio d’anni; rispetto al prezzo regionale per la campagna 01/04/2007 – 31/03/2008 con un quantitativo di circa 2000 litri di latte (20 quintali) al giorno consegnati, con una contrattazione mensile e non annuale, dal 01/04/2007 al 31/09/2007 hanno percepito un prezzo del latte più alto di circa tre – cinque centesimi al litro (e senza l’aiuto di nessuna associazione, solo basandosi sullo sviluppo del mercato). Ci vuole solo un po’ d’iniziativa e la chiara consapevolezza che quello che stà nelle nostre aziende è roba nostra. E’ ora di costruire una seria collaborazione con coloro che sono i nostri migliori alleati: i consumatori, infatti in molti hanno ormai capito che in Italia si registra – contemporaneamente – il prezzo più basso per l’acquisto della materia prima da parte degli industriali ed il prezzo più alto del cartoccio di latte per il consumatore. Dato che fare politica vuol dire trovare soluzioni che portino beneficio ai cittadini, allora noi la stiamo facendo alla grande e lanciamo pure qualche idea. Perché le Istituzioni regionali agricole (Assessorati Agricoltura e Montagna) non investono qualche “spicciolo” del loro budget in campagne pubblicitarie a favore della categoria agricola, indirizzando il consumatore, nell’andare “di nuovo” a prendere il latte nelle aziende direttamente? Non è infatti lo stesso latte che trovano nel supermercato? Se viene immesso sul mercato da parte degli industriali è perché ha tutte le carte in regola per soddisfare i necessari requisiti sanitari, di certo guadagnerebbe di più l’allevatore e risparmierebbe il consumatore. Altra idea, i Sindaci che hanno aziende di produzione nei loro Comuni, dovrebbero incentivare la vendita diretta del latte nei negozi o supermercati presenti sul loro territorio. Bisogna parlare di questo ai consumatori, allearci con loro, cominciare tutti insieme a chiedere a gran voce alle Istituzioni locali, provinciali, regionali e nazionali di valorizzare “anche” il nostro lavoro (non c’è solo l’industria) e di considerare queste proposte… d’altronde, se nessuno mai propone e chiede nulla, non potrà mai avere nulla.

Marina Lussiana
Presidente A.T.A.

1 commento:

  1. Direi di più! Visto che i signori Sindaci godono di una recente "iniezione di superpoteri" vorrei che mostrassero i denti alla GDO, alle GDO locali delle loro città. Quelle cui sono state fatte rotonde, parcheggi e caselli autostradali!!
    Vorrei che i signori Sindaci "obbligassero" le GDO a trattare almeno l'80% di prodotti fatti in loco.

    RispondiElimina