martedì 28 ottobre 2008

Ministro Zaia e..... le altre 19 Regioni?



Dov'era al Lingotto.... l'Italia del Gusto?

Di seguito il comunicato stampa pubblicato sul sito del Ministero delle Politiche Agricole.
Lo pubblichiamo perchè ci è venuto il dubbio che al Salone del Gusto 2008 fosse presente solo l'agricoltura veneta! Possibile?!



Salone internazionale del Gusto di Torino Zaia:“In vetrina i prodotti d'eccellenza dell'agricoltura veneta"

Data: 23/10/2008
Argomento: Iniziative ed Eventi>Prodotti di Qualità

“L’agricoltura del Veneto è presente in prima fila a questo appuntamento così prestigioso e importante. E lo fa promuovendo e valorizzando le sue tipicità, frutto del lavoro degli agricoltori del territorio, un territorio che da sempre manifesta la vocazione ad un’agricoltura di qualità”. Con queste parole il Ministro Luca Zaia ha commentato la visita ai padiglioni veneti del Salone Internazionale del Gusto di Torino. La Regione è ospitata al Salone del Gusto nel Padiglione 2, l’area espositiva prevede tre spazi: i banchi di distribuzione dei prodotti tipici divisi per tipologie di prodotto (insaccati e carne, pesce, ortaggi e frutta, vino, formaggi, olio e prodotti da forno) un ristorante dove il Ministro ha pranzato con le specialità dell’enogastronomia veneta, e un palco per gli eventi.“Sono i numeri che testimoniano la forza e la competitività dell’agricoltura del Veneto, che con 15 prodotti a marchio dop e 10 igp, rappresenta una realtà di primo piano in ambito nazionale – spiega Zaia - Il Veneto nel 2007 è stata la prima regione per produzione di vino con oltre sette milioni di ettolitri e di questi più di due milioni servono per i vini d.o.c. e d.o.c.g. e oltre 4 milioni per quelli i.g.t.”Il Veneto sarà protagonista anche nello stand del Mipaaf, dove nelle giornate di venerdì e sabato, sarà infatti possibile degustare un prodotto tipico della provincia di Treviso come la Casatella Trevigiana. “L’agricoltura del Veneto – conclude Zaia – è fortemente legata con la terra e i territori, un legame che da vita a una produzione di prima qualità e che contribuisce in maniera importante a sostenere il made in Italy nel mondo.”
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mercoledì 22 ottobre 2008

Festa Rurale del "Cevrin di Coazze"



Comunicato stampa -


Sabato e Domenica scorsi è andata in scena, a Coazze, con un concorso di forze globale ed encomiabile, quindi con un ottimo successo, l'ottava edizione della "Festa Rurale del Cevrin di Coazze". Una festa che è concreta promozione di un tesoro
della tipicità e del territorio nel quale è nato.La nostra associazione, che si propone di dare rappresentanza al mondo dell'agricoltura, ha svolto un ruolo trainante nella creazione del Consorzio dei Produttori. Cogliendo, forte nella convinzione che solo con un'ampia convergenza di tutti gli attori di un territorio e la giusta valorizzazione di chi perpetua saperi e sapori, le prospettive che una simile realtà avrebbe potuto dare allo sviluppo locale.
Proprio perchè attenti al
valore economico della tipicità abbiamo voluto presentare nel contesto della festa la nostra 1° mostra fotografica sulla razza barà, un'altra delle grandi battaglie e scommesse (vinte) dall’A.T.A. Un grande grazie per la realizzazione e la cura della mostra va a Valter Bovio. Presente anche una bella esposizione di “Roudun” curata da Bruno Sada, e l’ormai immancabile gara di rotoballe che proponemmo già qualche “edizione” fa.
In questo week-end si è visto con grande piacere lavorare insieme i gruppi e le associazioni del territorio, tutte le realtà organizzate hanno offerto il proprio impegno. In prima fila il Comune di Coazze.
Quando si vive una bella esperienza, quando si vede dar seguito con tanta intelligenza ad una propria intuizione, non si può esimersi dal ringraziare. Per lo stile trasparente, aperto e coinvolgente dell’associazione, questo ringraziare non può che essere pubblico.
Quindi "Grazie!" a tutti e ciascuno, auspicando che lo sviluppo di simile festa sia una costante.Per intanto, noi dell’A.T.A., abbiamo già proposto ricevendo la positiva risposta del suo Sindaco Daniela Ruffino, per la nostra prima “Mostra Regionale della Razza Barà” il prossimo autunno, il Comune di Giaveno.
L'agricoltura ed il suo mondo, e chi anche sfidando certe vulgate ci si impegna, non deve fuggire la sfida dell'autopromozione, bensì accoglierla facendo sinergia con tutti gli altri attori del territorio.Ancora grazie a tutti quanti.

Marina Lussiana
Presidente A.T.A.
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sabato 18 ottobre 2008

Poveri noi ecco un'altra.... "tegola"!

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E ora arriva pure la lingua blu?


Dopo aver letto quanto mi scrive Marzia sull'obbligo di vaccinare gli animali per la "Blue Tongue", suggerirei di cominciare anche noi a chiedere (per iscritto) qualche cosa agli organi competenti:

1) se il vaccino che si utilizzerà è un vaccino "spento";
2) se non ci saranno effetti causati dal vaccino;
3) a quale ceppo della malattia appartiene il vaccino(mi pare ce ne siano diversi);
4) se l'animale risultato positivo appartiene al ceppo del vaccino;
5) se il vaccino è specifico per quel ceppo;

Qualche garanzia scritta non sarebbe male. Non per impedire la tutela sanitaria, ci mancherebbe, ma siccome di questi tempi si farebbe molta fatica a rimettere in piedi un gregge, chiedere qualche garanzia su quello che sarà delle aziende nel momento in cui, e se, sorgessero problemi, potrebbe essere un'idea. Ad esempio nel caso vi siano positività:

  • sono previsti blocchi aziendali?
  • per quanto tempo?
  • sono previsti rimborsi?
  • se si a quanto ammontano?
  • nel caso risultino positività e vi sia un blocco degli animali in azienda con la conseguente perdita della qualifica aziendale di ufficialmente indenne, si incorre nella perdita dei premi?
  • chi paga i vaccini?

Penso che siano domande più che legittime da parte di chi vede il proprio capitale un pelino a rischio, in un momento di crisi economica, da cui sarebbe ben difficile risollevarsi.

Marina Lussiana

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mercoledì 15 ottobre 2008

AGEA acquista 100.000 forme di Parmigiano e Grana


Il Ministro Zaia ieri dà questa notizia che pubblichiamo volentieri a titolo informativo-


Parma, Zaia: pronti tre piani di intervento per risolvere la crisi del Parmigiano e del Grana


“Interveniamo oggi a sostegno di un settore che ha fatto della qualità la strada maestra per raggiungere i mercati mondiali, dando così risposte concrete in grado di superare le ipotesi di stato di crisi che alcune parti hanno pure avanzato in queste settimane”.Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia, nel corso dell’incontro con il Consorzio per la tutela del Parmigiano-Reggiano, una delle tappe della sua visita in provincia di Parma, organizzata per discutere con i rappresentanti delle diverse filiere i temi di più stretta attualità del settore nella regione. Fra questi: la crisi del Parmigiano Reggiano.“Quello che mettiamo sul tavolo – ha spiegato Zaia - è una strategia di intervento in tre mosse. La prima: ritireremo, attraverso l’Agea, 100 mila forme di Parmigiano Reggiano e altrettante di Grana Padano per aiutare i produttori in crisi. Le forme verranno acquistate a prezzi di mercato e saranno poi distribuite agli indigenti, sempre a pezzi di mercato, attraverso il canale delle ONLUS e delle associazioni di volontariato”. Grazie al ritiro, sarà possibile ottenere gli aiuti comunitari previsti in questi casi. Dal 1987 la Commissione Europea eroga infatti a ciascun paese dell’Unione un fondo destinato alla distribuzione di prodotti alimentari per la popolazione indigente. Nel 2009 l’Italia avrà a un budget raddoppiato rispetto ai fondi assegnati nel 2008 (66,4 milioni di euro) grazie alla trattativa di successo condotta in sede europea.“Stiamo lavorando a questo progetto – ha aggiunto il Ministro - già da un mese ed abbiamo negoziato in tempi non sospetti uno stanziamento di ben 129,2 milioni di euro”.In Italia il piano di intervento a favore delle fasce di popolazione più deboli è gestito dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) attraverso le principali organizzazioni caritative riconosciute (tra cui Croce Rossa Italiana, Caritas, Banco Alimentare). Ogni anno queste associazioni garantiscono assistenza a oltre 15.000 strutture senza scopo di lucro (centri di accoglienza, parrocchie, mense) e a oltre 2 milioni di indigenti. I Consorzi di Grana Padano e Parmigiano Reggiano si sono impegnati ad integrare il volume di prodotto che verrà ritirato con una loro donazione gratuita. Secondo passo della strategia: “Creeremo – ha detto Zaia - un tavolo con la GDO, che sarà coordinato dal Mipaaf, ed infine – terza e ultima mossa – proprio a livello della grande distribuzione organizzata, predisporremo una campagna di promozione internazionale. Del resto, chiedere la collaborazione della GDO per rilanciare il consumo di Parmigiano-Reggiano è un passo ineludibile”. Il tavolo di lavoro con la GDO “punterà a soppiantare le promozioni che utilizzano il Parmigiano-Reggiano come prodotto ‘civetta’, deprimendo così il valore di un prodotto d’eccellenza e di grande qualità”. Occorre inoltre potenziare la vendita dei prodotti caseari DOP all’estero, grazie ad una incisiva campagna di promozione. “In questo senso – ha annunciato il Ministro – potrà avere un ruolo chiave Buonitalia, la società per la promozione dell’agroalimentare italiano, un vero cavallo di troia per sfondare sui mercati stranieri con interventi coordinati”. Su quest’ultimo punto, il Ministro Zaia ha precisato che “in futuro, l’intervento del Mipaaf potrà venire esclusivamente se Grana Padano e Parmigiano Reggiano saranno in grado di proporre un’unica strategia coordinata di promozione nel mercato interno ed estero. Da questo presupposto si potrà partire per un serio progetto di interprofessione che leghi la filiera del Gran e quella del Parmigiano, vera spina dorsale della filiera lattiero casearia italiana”.“Questi due formaggi sono importanti biglietti da visita del made in Italy, capaci di ‘trascinare’ la vendita di altre produzioni di qualità. Non parliamo quindi di crisi di mercato, perché questi prodotti mal si associano al termine crisi. Dobbiamo guardare avanti. Parmigiano e Grana Padano hanno ciascuno una storia e una tradizione alle spalle, così solide e forti da permetterci di costruire insieme un ambizioso progetto comune di rilancio”.
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lunedì 6 ottobre 2008

Sindacati? Eh basta!




Come promesso ecco un altro pezzo che spiega la nostra "affezione" ai sindacati agricoli! Pubblicato su -Spazio Rurale del 2/2006 -
- Mensile nazionale di agricoltura -


La catastrofe agricola è colpa dei sindacati

Argomenti importanti quelli trattati al convegno di martedì 20 dicembre, spaziati dalle quote latte, alla frutticoltura, ai problemi sanitari e via discorrendo, indetto dai colleghi del Cospa Nazionale a Legnago (VR) a cui il Presidente Vilmare Giacomazzi ha invitato La Presidente Nazionale dell’A.T.A. (Associazione Tutela Agricoltori) Marina Lussiana, trattandosi di argomenti che accomunano gli agricoltori Italiani e che li hanno visti insieme già in molte altre occasioni. Presenti al convegno, oltre a Veneto e Piemonte rappresentanti di molte regioni, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Sardegna, ecc. Un convegno che ha voluto spiegare ai colleghi perché alcune settimane fa, si è “occupata” la sede Nazionale della Coldiretti a Palazzo Rospigliosi a Roma. La Presidente Lussiana non ha potuto essere presente a questo appuntamento ma era presente ricordate, a quello davanti al Consiglio Di Stato solo poco tempo fa.
Già, perché malgrado l’informazione sia stata praticamente nulla, nella sede di Palazzo Rospigliosi martedì 22 novembre sventolavano le bandiere dei milk warriors e i padroni di casa si sono visti adornare la bella sala riunioni di bandiere su cui spiccava una vacca… invece della solita mega spiga…E i giornali e le TV ? tutti zitti, qui in Piemonte non abbiamo visto niente, malgrado vi fossero agricoltori addirittura davanti alla sede RAI di Saxarubra a manifestare il proprio malcontento… più comodi da riprendere di così!
Malcontento che è emerso copiosamente durante l’incontro di questo martedì 20 dicembre, a cui hanno partecipato circa duecento agricoltori, che, sentendo attribuire la responsabilità della spaventosa crisi agricola italiana alle Associazioni di Categoria, Coldiretti in testa, seguita dalle altre Organizzazioni… annuivano abbondantemente interessati.
Nessuno ha preso la difesa di questi grossi “pomposi sindacati”, anzi, negli interventi di chi ha preso la parola, le Organizzazioni sono state pesantemente colpevolizzate dello sfacelo dell’economia agricola Nazionale, il tutto ampiamente rafforzato dalle relazioni degli Avvocati Romano e Manzo che hanno evidenziato come per anni queste Organizzazioni hanno indirizzato i vari Ministri nelle scelte da fare, e di cui ora gli agricoltori raccolgono i frutti.
I propositi? L’inizio di una campagna d’informazione agli agricoltori, forse fin troppo all'oscuro da anni sui loro tanti diritti, ma molto ben informati invece dei loro doveri. E’ questo infatti l’intento dei vari Presidenti presenti nelle Regioni Italiane: far sapere agli agricoltori come è stato svolto il ruolo di rappresentanza sindacale in questi anni dalle Organizzazioni di Categoria per aiutare l’agricoltura e gli agricoltori, che hanno portato però a questo catastrofico risultato. Chiedere spiegazioni sui fallimenti di aziende come Parmalat, Cirio, Federconsorzi, sul crollo dei prezzi al produttore, sulla mancata protezione dei marchi dei prodotti agricoli italiani, sull’importazione scellerata di prodotti provenienti dall’estero spacciati per passata italiana, stesso destino forse per olio, formaggi, vino, solo perché… sono trasformati qui in Italia.
Sulla vaccinazione blue tongue che ha decimato il patrimonio zootecnico del centro sud, sulla contingentazione delle produzioni italiane che puntualmente sono state probabilmente oggetto di regalo ai colleghi europei.
E la frutta? La Presidente Marina Lussiana ha incontrato il coordinatore del Gruppo Trasversale Agricoltori, Fabiano Mazzotti, solo pochi giorni fa in un incontro con gli agricoltori a Forlì, il quale ha ampiamente lamentato quanto la Regione Emilia Romagna e la Coldiretti abbiano trascurato di difendere le loro produzioni tra le più rigogliose e importanti della nostra penisola, perché quest’indifferenza da parte loro?
Insomma, sull’incapacità di fatto di rappresentare ancora gli interessi di un’agricoltura italiana che non vuole prepensionarsi e dei cittadini italiani che vogliono la loro agricoltura e pagano per averla, ed invece, si ritrovano con la decimazione del patrimonio agricolo italiano, e magari… il formaggio prodotto con latte polacco sulla propria tavola.

La Presidente A.T.A.
Marina Lussiana


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