martedì 9 dicembre 2008

Qualche informazione!





Comunicato stampa –



Valorizzare il ruolo degli allevatori in montagna, affinché ne venga riconosciuto il valore economico, sociale ed ambientale. Questo è uno degli obiettivi “storici” dell’Associazione Tutela Agricoltori. Con quest’obiettivo l’associazione ha promosso un incontro, presso la sede sociale, a Coazze, in cui si è fatto il punto su progetti, emergenze, iniziative e prospettive. Un confronto aperto, cui hanno partecipato ieri la Presidente nazionale dell’A.T.A. ed assessore e vicepresidente della commissione agricoltura del Parco Orsiera-Rocciavé Marina Lussiana; Claudio Berno, assessore del Parco Orsiera-Rocciavé e veterinario Asl; Silvia Dalmasso, veterinaria e consulente sul lupo al Centro Gestione Conservazione Grandi Carnivori; Giancarlo Lussiana, imprenditore agricolo.
Il progetto del Parco Orsiera-Rocciavre di acquistare un piccolo gregge di pecore di razza biellese, da indirizzare anche a lavori di cura delle aree verdi nei Comuni. Gli attacchi dei lupi alle varie greggi e la prevenzione/salvaguardia/proposte. L’attivazione di progetti nel “pascolo protetto”. Questi i temi principali del confronto.
Marina Lussiana e Claudio Berno hanno illustrato le linee del progetto proposto dal Parco alla Regione Piemonte e non finanziato. “Intendevamo – hanno spiegato – acquisire un piccolo gregge di pecore di razza biellese, con il doppio obiettivo di selezionare capi immuni dalla scrapie (lingua blu) e consentire l’impianto, magari di giovani, di attività all’interno del parco e non solo, si pensava di destinare i capi al pascolo in aree verdi dei Comuni parte del Parco, così consentendo loro un risparmio nella cura del verde”. Il progetto non è stato dotato di risorse finanziarie, “ma speriamo – ribadisce Berno - che la Regione, quando lo ripresenteremo, sappia valutarne gli aspetti di utilità ed innovazione”. La Presidente Lussiana, inoltre, ha evidenziato che “chiudere gli animali in recinti vorrà dire avere forse un terzo del territorio montano non più concimato e curato. Questione tutt’altro che irrilevante visto che i problemi della pianura nascono in montagna”.
Intanto, sono state chieste le disponibilità ai sindaci dei vari Comuni: una risposta positiva e di grande apertura è giunta dal primo cittadino di Coazze, Paolo Allais.
“Portare al pascolo in montagna – ha sottolineato, ancora, Marina Lussiana – è un servizio che viene reso all’ambiente, al territorio ed alla collettività è tempo che gli Enti Pubblici, anche tenendo in considerazione proposte progettuali come quelle del Parco, riconoscano questo contributo. Mentre il Governo nazionale, vista anche la contingenza economica, dovrebbe attivarsi sulla nostra proposta di riduzione degli impegni “ad annuali” (ora quinquennali) per la percezione dei premi agli allevatori”. E’ tempo che in montagna torni ad essere protagonista, anche liberandolo da vincoli normativi imposti da burocrati vittime di un ambientalismo salottiero, chi vive in montagna e dalla montagna trae di che vivere.
Sono tante le difficoltà di chi lavora in altura, tra questi sicuramente il lupo. Lupo che – ha spiegato Silvia Dalmasso – “non è stato reintrodotto ma di cui è in atto, anche in conseguenza alla reintroduzione di ungulati e al progressivo abbandono della montagna da parte dell’elemento uomo, un fenomeno di ricolonizzazione naturale”. Al di là delle ragioni che lo hanno riportato sulle nostre montagne, è chiaro che la presenza del lupo aumenta i rischi e chiede un cambio di gestione del pascolo in altura, costringendo l’uomo ad una presenza più costante. Ad esempio è fondamentale l’ausilio del maremmano. A Pian Neiretto, tre settimane fa, ha raccontato Giancarlo Lussiana, “all’altezza delle piste ho ritrovato completamente sbranata una mia capra. Con la tipica firma del lupo: la dislocazione dello stomaco. E’ il primo attacco di questo genere, che avviene così in basso. Hanno colpito in una tipica giornata da lupi: pioggia fitta e nebbia bassa. Ci abbiamo messo due giorni a radunare le altre capre e altre tre mancano all’appello”.
Bisogna, ed è idea comune di tutti i partecipanti al confronto, che si investa, anche sull’esempio di altri Paesi europei sul pascolo assistito; con progetti che consentano, finanziandolo, l’inserimento professionale e l’assunzione da parte delle aziende di giovani negli alpeggi, per poter costruire l’effettiva “praticabilità” del pascolo protetto. “Non possiamo permetterci di lasciare abbandonata la montagna, il prezioso servizio di salvaguardia e prevenzione, di vero e proprio presidio, svolto dagli allevatori e dai pastori va riconosciuto”.

Ufficio Stampa
Associazione Tutela Agricoltori

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lunedì 8 dicembre 2008

Finalmente un Ministro che non fà solo allarmismo!




Di seguito riportiamo il comunicato del Ministro Zaia riguardo i distributori di latte crudo. Potete trovarlo sul sito del ministero delle Politiche Agricole. Siamo molto contenti quando possiamo dare notizie che vanno a favore della categoria.


Zaia: “Bollire il latte crudo come facevano le nonne”

Data: 06/12/2008Argomento: Sicurezza Alimentare

Il Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, a proposito delle notizie sulla salubrità del latte crudo distribuito direttamente dalle aziende agricole, ha avuto stamane una lunga e cordiale telefonata con il Sottosegretario alla salute, Francesca Martini.Zaia e Martini, in particolare hanno condiviso la convinzione che i recenti accadimenti non mettono in discussione in alcun modo la sicurezza dei cittadini e la serietà delle aziende agricole italiane."Possiamo affermare, ha detto il Ministro, che questo modo nuovo di distribuire il latte ha riavvicinato i consumatori all'agricoltura dopo decenni di eccessivo consumismo”.“Piuttosto, prosegue Zaia, va ribadito che, come più volte ricordato, vale per il latte ciò che è vero per ogni prodotto crudo, cioè che bisogna ricordarsi di quel che con semplicità facevano e insegnavano le nonne prima dell'era dei prodotti in plastica: nel caso del latte, per esempio, che va bollito. Così come vanno bolliti i contenitori prima di utilizzarli”.“L'incontro del 10 dicembre servirà per aiutarci a diffondere massicciamente questi consigli e per ribadire la validità di queste modalità di vendita di un prodotto nazionale buono e insostituibile per un'alimentazione sana ed equilibrata”.

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