martedì 18 agosto 2009

NESSUNA RISPOSTA DA ZAIA.... MINISTRO SEI ANCHE TU UNA GRANDE DELUSIONE!



DI SEGUITO LA LETTERA INVIATA AL MINISTRO ZAIA IL 20 LUGLIO 2009... SIAMO VERAMENTE DELUSI DA QUESTO MINISTRO CHE PENSA DI RISOLVERE LA CRISI DELL'AGRICOLTURA CON LA CHIUSURA DELLE PICCOLE AZIENDE.... A NOI NON E' MAI GIUNTA RISPOSTA IN MERITO, STIAMO ANCORA ASPETTANDO, MENTRE MAGARI CHI HA LASCIATO CADERE QUESTA TEGOLA SE NE VA TRANQUILLAMENTE IN FERIE. TEMIAMO DI AVER SBAGLIATO A PUNTARE SU UN CAVALLO CHE SI PRESENTAVA COME UN PUROSANGUE, MA CHE ALLA LUCE DI TALI DICHIARAZIONI.... PUROSANGUE NON LO E' PER NIENTE.

Coazze li: 20/07/2009

Al Ministro delle Politiche Agricole
e p.c. Al Ministro del Turismo
Al Ministro dell’Ambiente
Al Commissario Europeo all’Agricoltura
All’ Onorevole Mario Borghezio

Richiesta a risposta scritta

Prot. n. 03/2009

Oggetto: riduzione dei piccoli allevamenti –


Egregio Signor Ministro,

la nostra Associazione vuole portare l’attenzione sulla Sua volontà di acquisto delle quote latte dai piccoli produttori di cui abbiamo letto su “Il Velino” del 16 luglio 2009, in modo da favorirne la chiusura; siamo perplessi perchè lo spirito che ne deriva dal Suo mandato dovrebbe essere invece la conservazione e la tutela di tutte le aziende piccole o grandi che siano.

Premesso che

da ben più di un ventennio gli allevatori italiani hanno dovuto assoggettarsi al vincolo delle “quote latte” che tanti anni fa una politica di false speranze, aveva dichiarato che, con “le quote”, il latte sarebbe aumentato, si è dimostrato esattamente il contrario. Il latte non è aumentato, e mai come ora, è diminuito.

Considerato che

la volontà è quella di incentivare la chiusura di circa la metà delle aziende di allevamento bovino presenti sul territorio dimenticando la grande importanza che hanno gli allevatori nella manutenzione dello stesso, che certamente non sarebbero più motivati a tale pratica, perché si sa, senza la necessità di pascoli “puliti”, lo sfalcio non è remunerativo. Sono infatti queste aziende, ubicate in posti geograficamente scomodi, a provvedere alla pulizia del suolo. Si condannerebbe così una grossa fetta dell’Italia alpina e appenninica all’abbandono, o ad una manutenzione che dovrà essere affrontata dai Sindaci dei Comuni, con difficoltà e costi che sicuramente non saranno facilmente affrontabili, per non parlare del grave danno all’ambiente e al turismo. Gli allevamenti dei “professionisti” difficilmente riuscirebbero a dare la “resa” necessaria spostandoli negli alpeggi o nei comuni montani della penisola.Non secondarie e da considerare, le spese sostenute dagli allevatori in questi anni per la messa a norma delle stalle, delle strutture e delle norme sanitarie cui assoggettarsi per poter lavorare.

Constatato che

gli allevamenti che portano i loro animali al di fuori del territorio italiano non percepiscano contributi di alpeggio o altro su terreni non italiani.

Chiede alla luce di quanto sopra esposto

1. che venga ritirata questa proposta;
2. che vengano erogati finanziamenti, contributi o aiuti con soldi pubblici solo ed unicamente alle industrie del settore che compreranno solo ed esclusivamente latte italiano;
3. che non venga importato nè latte nè altro genere alimentare da Paesi Europei o Extraeuropei con strutture e misure sanitarie inferiori a quelle italiane;
4. che vengano date a chi le ha, tutte le responsabilità del mancato aumento del latte, benché si siano però obbligati gli allevatori a subirne i vincoli e gli enormi costi per quasi un trentennio;
5. che non vengano erogati finanziamenti, contributi o aiuti con soldi pubblici a industrie che spostino la loro produzione al di fuori del territorio italiano;In attesa di un Suo cortese riscontro porgiamoun ossequioso saluto.

La Presidente Nazionale A.T.A.
Marina Lussiana

Pubblicato su Facebook domenica 9 agosto 2009 alle ore 16.21
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