mercoledì 30 luglio 2008

La "favola" dell'alpeggio!

La favola dell'alpeggio


Quella che ci apprestiamo a raccontarVi potrebbe sembrare una “favola”, magari divertente, ma purtroppo non lo è… i protagonisti sono reali e tutto quanto qui sotto narrato è successo realmente…


“Tutto ha inizio nel lontano 23 maggio 2005, quando il figlio (che chiameremo Sandro) di un riguardoso allevatore, si reca alla ASL 5 nel distretto di Avigliana per porgere rispettosa richiesta di ben, 28 duplicati auricolari alle illustri Signorie presenti e preposte. Si procede immediatamente alla compilazione del bollettino postale per il “modesto” obolo di 74,52 € che il povero, si sa, deve provvedere a pagare anticipatamente… pena… vedersi negata la richiesta.
Passano i giorni (siamo, ci pare, al 7 giugno 2005) e Sandro torna all’ASL, timidamente chiede dei suoi auricolari perché di li a poco sarebbe salito all’alpeggio… ma non sono ancora arrivati dalla lontana contea di Cuneo, sede “multizonale” dell’ASL 15 in Borgo San Dalmazzo. Preoccupato chiede cosa fare perché l’alpeggio è in terra straniera… in Francia. Il poverino ha paura, e domanda: se mi fermano alla dogana cosa faccio? E allora le Signorie preposte gli compilano una lettera, con riportati tutti i numeri degli auricolari mancanti, allegandogli anche una copia dell’avvenuto pagamento di ben 74,52 € effettuata lo stesso 23 maggio 2005, dichiarando che, da in quel di Cuneo non era ancora arrivato il prezioso imballo… apponendo alla lettera timbri, firme, date in abbondanza… e alla fine, consegnano il particolare “salvacondotto” al più sereno allevatore.
E arriva il sabato, giorno della transumanza. Tutta la famiglia si accinge alla salita all’alpe, i camion sono carichi… finalmente si parte. Prima dell’alpeggio i Gendarmi e i Veterinari attendono per il controllo dei bovini, li fanno scendere e verificano attentamente gli auricolari mancanti. Attimi di sgomento quando i controllori decidono che i 5 bovini (4 di un allevatore e 1 di un altro che però monticano insieme) a cui mancano tutti e due gli auricolari devono tornare in Italia… sgomento perché… potevano addirittura essere mandati al macello. A nulla è servito il salvacondotto rilasciato dalla ASL 5 e a nulla sono valse le proteste dell’allevatore, la bella giornata di festa era irrimediabilmente rovinata (come al solito) dall’ormai sempre più caotica burocrazia.
Il lunedì facce scure all’ASL 5 di Avigliana, (ci siamo anche noi dell’A.T.A. che da questo momento per giorni seguiamo l’allevatore nel suo lungo peregrinare) che dopo il racconto dell’accaduto, apprendono che il loro salvacondotto, valeva poco più del 2 di picche… e allora contattano telefonicamente la lontana contea di Cuneo, per avere notizie degli ormai ben noti auricolari. Alla fine l’allevatore, che dai gendarmi francesi aveva avuto come termini per regolarizzare la situazione fino al sabato, torna a casa avendo appreso che l’indomani avrebbe trovato, ad Avigliana, il prezioso pacchetto contenente il piccolo tesoro.
Corre giù il martedì mattino per il ritiro, ma una doccia fredda lo aspetta: il prezioso reperto non è arrivato ad Avigliana… è fermo all’ASL 5 di Collegno, deluso ma ancora speranzoso, vola lui stesso per il recupero (i veterinari erano impegnati) e, stravolto dalla contentezza afferra il pacco per verificarne il contenuto. NOoo! Ne manca uno. Chiede dov’è… è… a Borgo San Dalmazzo nella lontana contea di Cuneo ed è ormai troppo tardi per arrivare fin laggiù, dovrà perdere anche l’indomani se vorrà mettere le mani sull’oggetto del desiderio.
E’ lontana Cuneo, e il poverino vi giunge solo al mercoledì pomeriggio, trova un veterinario comprensivo che gli spiega che, da quando vengono inoltrate le richieste dalle tante ASL delle varie contee, ci vogliono al massimo otto giorni per avere gli auricolari… il poverino sempre più perplesso comincia a far di conto: ha pagato il 23 di maggio e oggi è il 15 di giugno… non quadra, ma rasserenato dal fatto che ha finalmente avuto il “prezioso” torna a casa, c’è ancora da trovare il camion per riportare un’altra volta i bovini oltralpe. Nel frattempo arriva un fax alla 5 di Avigliana… dalla Prefettura Francese, che intima in modo ufficiale la regolarizzazione della tragica situazione.
E giunge di nuovo sabato, alle 10 del mattino appuntamento alla dogana con Gendarmi e Veterinari francesi (quelli italiani hanno detto che senza una richiesta ufficiale non vanno da nessuna parte), il camion arranca a fatica su per la strada del Moncenisio un’altra volta, (chi lo paga?) e con qualche minuto di ritardo, forse dieci, eccolo alla dogana. Ci siamo anche noi dell’A.T.A. con tanto d’interprete, e siamo ancora tutti li alle 11,30 quando si decide di telefonare per la seconda volta (la prima volta ha telefonato il gestore del bar) alla Gendarmeria. Ci viene detto che di sabato è ben difficile che si facciano queste cose, l’interprete fa presente che all’allevatore era stato dato appuntamento ufficiale per le dieci di quel mattino per il controllo di rito, e viene anche spiegato che l’autista del camion (chi lo paga?) alle 15 deve essere ad Alessandria e i bovini stanno lentamente cuocendo nel camion sotto un sole implacabile.
Il benessere animale forse tocca il cuore del veterinario, che nel frattempo ci hanno passato al telefono, e dice all’interprete di portare gli animali all’alpeggio e scaricarli, sarebbero venuti al lunedì mattina a controllare, di lasciarli quindi (il lunedì), chiusi in stalla. L’interprete fa rispettosa richiesta di appuntamento per le dieci del mattino.
Ed eccoci a un altro lunedì. Ci siamo proprio tutti all’alpeggio (anche noi dell’A.T.A. con tanto di interprete) già prima delle nove… alle 11 non era ancora arrivato nessuno.
L’allevatore suggerisce di andare alla Gendarmeria a vedere che succede, (anche perché i 5 bovini cominciavano ad avere fame e sete chiusi nella stalla) e così, poco dopo partiamo. E’ nel momento in cui arriviamo alla Gendarmeria che ci rendiamo conto che tutto il mondo è paese… nessuno sarebbe venuto quel mattino a controllare gli animali, e a nessuno poteva fregar di meno, di quella gente partita apposta dall’Italia per vedere… i benedetti controlli ai 5 bovini da parte delle autorità preposte, in questo caso francesi… a nessuno fregava niente dei bovini chiusi in stalla senza mangiare… e a nessuno poteva fregar di meno dei disagi causati all’allevatore, tant’è vero che sono andati a fare il tanto “sospirato e più volte rimandato” controllo, solo al giovedì.”
La morale di questa favola, è che forse non è così importante l’auricolare e neanche il controllo… infatti, se invece dei 5 bovini si fossero caricati sul camion 5 dromedari o 5 somari, sarebbe stato lo stesso. Quello che è davvero triste però, è vedere quanto impegno ci sia… nel prendere in giro chi lavora col sudore della propria fronte, e quanto poco rispetto ci sia per la categoria agricola. Attorno a questa categoria ruota un sacco di gente che alla fin fine, invece di aiutare non fa che intralciare e creare, come in questo caso, danni economici… senza farsi alcun problema, senza pensare che i costi ricadranno su qualcuno…

Voglio dire a tutti gli agricoltori che leggeranno questa “favola” di non permettere più che venga calpestata la dignità contadina, di cominciare a pretendere il rispetto che è dovuto anche a chi svolge un lavoro, sì umile, ma di cui, finchè vi sarà un essere umano sulla madre terra… nessuno potrà mai fare a meno.

La Presidente A.T.A.
Marina Lussiana

L'Allevatore "ormai quasi podista"
Sandro Listello

Questa "favola" è stata anche pubblicata sul numero 4 di Spazio Rurale
- Mensile nazionale di agricoltura -

3 commenti:

  1. altro che favola, un vero incubo!
    il guaio è che non è una favola, ma realtà che, ahimè, a volte si ripete

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  2. Beh, anche sugli avicoli non si scerza! E dire che non hanno le orecchie...(polli, galline, oche, anatre)

    sai che la CEE a messo fuori legge le gabbie plastiche per il trasporto, siamo tutti fuorilegge, ma non possiamo cambiarle perchè di quelle nuove e omologate non ci sono nemmeno gli stampi!!

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  3. Bene! Una volta si diceva "tutto il mondo è paese", ora bisognerebbe trovare uno slogan che si adattasse ai vari mestieri... tipo: mestiere che fai enti opprimenti che trovi... può andare?

    P.S.
    per favore votate il sondaggio e passate parola per farlo votare.

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