martedì 11 novembre 2008

L'A.T.A. chiede di ridurre gli anni d'impegno da cinque a uno -




Ecco un'altra battaglia dell'A.T.A.


Comunicato stampa –

La presidente dell’Associazione Tutela Agricoltori, Marina Lussiana, ha scritto al Ministro dell’Agricoltura Luca Zaia richiedendo che il Governo Italiano si attivi per una revisione degli anni di impegno necessari ad ottenere, dall’Unione Europea, i contributi. Da cinque consecutivi ad un solo anno.
“La nostra Associazione – spiega in avvio la presidente nella missiva al Ministro - vuol essere un tramite non solo per segnalare i disagi della categoria ma anche per suggerire soluzioni ai tanti problemi. In questo caso vogliamo portare la Sua attenzione sugli impegni quinquennali che le aziende agricole devono sottoscrivere per accedere ai contributi”.
In questi anni l’economia agricola versa in condizioni di seria difficoltà e la categoria fatica, come tanti altri settori, a far fronte alle spese per cui impegni di cinque anni risultano essere ormai quasi una sorta di scommessa per le imprese. Scrive ancora Lussiana, partendo da questo presupposto che “è noto, infatti, che nel caso in cui un’azienda non riuscisse a coprire anche solo l’ultimo anno di impegno, si vedrebbe costretta a restituire tutti i precedenti quattro anni di contributi percepiti, anche se il lavoro da parte dell’agricoltore è comunque stato eseguito.
Forse qualche anno fa un’azienda poteva risollevarsi da una simile situazione, ora sarebbe pressochè impensabile.”
“Considerando – chiude Lussiana nella perorazione rivolta a Zaia - la grande importanza che hanno gli allevatori nella manutenzione del territorio, a tal proposito la nostra Associazione chiede che, con effetto retroattivo, vengano ridotti gli anni d’impegno da parte della categoria da quinquennali ad annuali in quanto il contributo verrebbe comunque percepito su un lavoro realmente e ampiamente svolto”.
L’associazione auspica che il Ministro sappia tenere nella giusta considerazione non tanto la richiesta in sé, ma il grido di aiuto che il mondo agricolo sta alzando.

Ufficio Stampa
Associazione Tutela Agricoltori

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5 commenti:

  1. Non so se sono proprio d'accordo, dipende forse dal tipo di contributo; oppure se chiedi 100 per avere 50 e quindi ridurre gli anni di impegno ad esempio a 3. Determinati tipi di contributi credo che vadano richiesti non in quanto tali (rischiando una sorta di assistenzialismo) ma in quanto opportunità. Inserire il periodo di impegno serve per ponderare la scelta; parlo ad esempio di investimenti su PSR e simili.

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  2. Mi riferisco ai premi che vengono dati sugli impegni che uno prende. Ad esempio: quello che viene percepito sulla monticazione degli animali in alpeggio e l'indennità compensativa, dove vengono dati contributi sul lavoro di manutenzione del territorio dove ci sono precisi impegni per gli agricoltori dove il contributo viene erogato sull'annualità.... allora perchè se succede qualcosa l'allevatore deve restituire? Magari proprio l'ultimo anno e deve restituire tutti e quattro gli anni insieme? Il lavoro di "giardinaggio" ad ampio raggio l'ha però ampiamente svolto.
    F2 e F9 erano codici del vecchio PSR che alla fine rappresentavano il biologico e le razze in via di estinzione; anche qui la stessa storia, si percepisce un premio a fronte di impegni precisi che vengono pagati sempre come annualità insomma se dichiaro di fare biologico quindi non metto concimi chimici sfalcio in un certo modo ecc. ecc. vuol dire che quell'anno si è mantenuto l'impegno preso e si viene pagati per un lavoro comunque fatto. Se si dichiara di avere in stalla quell'anno animali riconosciuti (ci sono controlli in merito a tutti gli impegni)si percepirà il contributo sul mantenimento degli esemplari per quell'anno (lo ripeterò fino alla nausea)come da impegno.
    Dato che il lavoro è comunque svolto sempre nell'arco dell'anno perchè gli agricoltori debbono troppe volte aspettare tempi biblici per vedersi erogati i contributi?
    Ovvio che questo non vale per contributi erogati per la costruzione di capannoni, acquisto macchinari, animali o simili.

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  3. Sì hai ragione per quanto riguarda le annualità; uno può prendere l'impegno su 5 anni, se ne fa solo 4 non perde tutto ma riceve solo le 4 annualità e basta. Certo l'impegno non può essere discusso annualmente, visti i tempi di istruttoria e pagamenti.

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  4. condivido anch'io, restituire se hai fatto è assurdo, ma è giusto non prendere per quello che non fai.
    capisco che il sistema è stato studiato per evitare i furbetti che prendono i soldi e poi magari non mandano avanti l'attività, ma quello è un altro discorso.
    certo, se chiedi i soldi per fare una stalla, poi subito me la trasformi in villa e di bestie non ne metti mai dentro nemmeno una, lì le cose non funzionano

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  5. Infatti questo riguarda solo quei contributi che vengono erogati agli agricoltori su misure agroambientali cioè che vedono un rimborso su "lavori" e impegni svolti nell'arco di un anno. Per cui non verrebbe pagato nulla che non sia già stato realmente svolto. Le opere infrastrutturali (stalle, capannoni ecc.), l'acquisto di macchinari, l'acquisto di bestiame, come ho già detto nel precedente commento, non hanno nulla a che fare con quanto richiesto da noi.

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