giovedì 28 agosto 2008

Come si è arrivati al riconoscimento della razza "Barà"



E' stato un lungo lavoro quello del riconoscimento di una nuova razza ma ci siamo riusciti. Qui di seguito l'introduzione scritta da me e pubblicata sulla monografia della Regione Piemonte -




Come si è arrivati al riconoscimento della razza
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Già nel lontano 1994, quando la Comunità Europea aveva richiesto l’individuazione della possibile esistenza di razze autoctone se n’era parlato tra alcuni allevatori, ma il tutto si è fermato lì…. poi finalmente nel 2001 abbiamo trovato chi ha capito e appoggiato per primo la nostra piccola crociata: il Dottor Hugo Valentin della Provincia Autonoma di Bolzano, all’epoca Presidente Mondiale per la razza Pezzata Rossa, nonché rappresentante della razza Sprinzen-Pustertaler. Dopo una lunga conversazione telefonica, la curiosità del Dottor Valentin era giunta a livelli così alti, che dopo neanche una settimana è venuto a Coazze (TO), accompagnato dal Direttore Eduard Costa per accertarsi che l’esistenza delle tante Barà cui si era fatto riferimento, non fosse solo frutto della nostra galoppante fantasia. Dopo aver visitato alpeggi ed aziende, stupito da quel che aveva visto, ci ha chiesto perché mai nessuno avesse considerato un patrimonio così importante, difeso invece dall’amore degli allevatori per questa razza. Infatti, gli “amanti” della barà hanno continuato la loro personale selezione per anni, da soli, senza che nessuno manifestasse alcuna attenzione all’esistenza di una così rustica e forte razza bovina, ottima per l’alpeggio; neanche il doversi assogettare a regole imposte da un nuovo tipo di mercato li ha fatti demordere dal continuare a credere e quindi allevare questi soggetti. Ora la loro perseveranza è stata finalmente premiata con il riconoscimento, addirittura, di razza a duplice attitudine, carne - latte…. e scusate se è poco! Dopo il primo approccio col Dr. Valentin, che ha scritto appena fatto ritorno a Bolzano, uno stupendo articolo sull’Informatore Zootecnico raccontando ciò che aveva visto in Provincia di Torino, si è reso necessario il diretto coinvolgimento della Regione Piemonte. Cosa fare quindi? Abbiamo riunito gli allevatori e abbiamo chiesto loro se erano disposti a fare una domanda scritta per chiedere il riconoscimento della razza “BARA”. Tutti hanno accettato, e anzi, tutti erano orgogliosi di quest’iniziativa che li vedeva, forse per la prima volta, direttamente coinvolti in una richiesta così ufficiale. E’ stato un vero lavoro di gruppo… e che soddisfazione vederli tutti d’accordo… Ritenute le domande sufficienti a motivare la richiesta, eccoci finalmente ad affrontare il problema in Regione. E’ stato più facile del previsto; infatti, dopo aver contattato telefonicamente il Dr. Luigi Ferrero, lo stesso si è attivato in tempi che tutti noi credevamo impossibili (dicono sempre tutti che la Regione è lunga), dandoci il massimo della disponibilità. Nel giro di neanche una settimana aveva già contattato il Professor Marcello Bianchi e il Dr. Antonio Mimosi del Dipartimento di Scenze Zootecniche della Facoltà di Agraria di Torino, l’APA (Associazione Provinciale Allevatori) di Torino rappresentata dal Dr. Luca Varetto e dal Dr. Claudio Goia, il Direttore dell’APA di Cuneo Dr. Bartolomeo Bovetti e noi dell’A.T.A. (Associazione Tutela Agricoltori) per organizzare una visita all’alpeggio Sellery Inferiore (Val Sangone) e in alcune aziende di Coazze (TO) per rendersi conto del patrimonio bovino di cui gli allevatori avevano chiesto il riconoscimento. Il gruppo di lavoro, preso atto dell’interessante realtà, ha quindi programmato un’indagine preliminare in collaborazione con il Laboratorio Gruppi Sanguigni di Cremona, per avviare un confronto del DNA tra le nostre bovine e quelle presenti in Trentino. Per l’espletamento di questa indagine il Dr. Andrea Ighina, dottorando di ricerca presso il Dipartimento di Scenze Zootecniche della Facoltà di Agraria di Torino e la sottoscritta, Marina Lussiana, Presidente dell’A.T.A., hanno prelevato del materiale biologico (rappresentato da bulbi piliferi del ciuffo della coda) e raccolto alcune notizie preliminari sulle caratteristiche morfo-funzionali dei soggetti presi in esame, realizzando anche una completa ed interessante documentazione fotografica del lavoro svolto. Nel frattempo il Dr. Valentin e il Dr. Costa sono tornati in Piemonte per tenere un corso ai tecnici che sarebbero diventati esperti ufficiali di razza. Successivamente, a seguito della risposta ottenuta dal Laboratorio Gruppi Sanguigni di Cremona è stato avviato il censimento dei capi allevati nelle aziende di Torino e Cuneo, dando la possibilità di inserire i soggetti riconosciuti nel registro anagrafico della “Pustertaler”, compito che è stato svolto dalle nostre APA. E’ stato dunque, un lungo lavoro d’equipe ma quando c’è la voglia e soprattutto la volontà si fanno cose che in altri casi sembrerebbero impossibili. Per questo l’A.T.A. vuole ringraziare tutti quanti per il lavoro svolto e per la serietà dimostrata, ma un ringraziamento particolare va a chi ha reso possibile con la propria fiducia e la propria tenacia il continuare a mantenere questo patrimonio, certamente non all’A.T.A., né ad altri, soltanto agli Allevatori.

Grazie.

Marina Lussiana
Presidente Associazione Tutela Agricoltori

2 commenti:

  1. un sentito pensiero all'amico e collega andrea, che girava con le bustine di peli di vacca nel bagagliaio dell'auto all'epoca di questa ricerca, quando lui faceva il dottorato...

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  2. ... e adesso vende lotti boschivi in Val Chisone con mega aste pubbliche da rialzi vertiginosi facendo sfigurare chi lavora in Valsesia...

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